Scrivi quel che sai #5 – il mondo interiore e lo show don’t tell Leggi più tardi

Riassunto

Bentornato al quinto episodio di Scrivi quel che sai,

le volte precedenti abbiamo parlato di luoghi lontani, memoria e routine (qui trovi tutti gli episodi). Questa settimana parliamo del mondo interiore: le emozioni e come mostrarle con lo show don’t tell.

Abbiamo accennato in questo articolo la differenza tra emozione e sentimento. Adesso invece entriamo nella delicata zona grigia dello show don’t tell.

Ogni personaggio esprime sé stesso attraverso azioni, parole e sguardi. Talvolta possono essere plateali, come le grida, i gesti; altre, invece, sono appena accennati: un tic all’angolo della bocca, un pugno che si apre e si chiude lentamente, una mano infilata in tasca, una scrollata di spalle o anche solo uno sguardo persistente sull’oggetto del proprio disappunto.

L’universo interiore

Nella tua vita hai sperimentato emozioni e sentimenti di entrambe le tipologie, ma sei consapevole di come appari in quei momenti? Ti sei mai soffermato a osservare gli altri, a studiarne i gesti, gli sguardi, i non detti, le frasi interrotte?

Scrivi quel che sai significa anche conoscere le reazioni associate all’universo emotivo che celiamo dietro un volto sorridente.

“Va tutto bene”
La menzogna più diffusa al mondo.

Show, don’ tell

Lo show don’t tell è una tecnica narrativa basata sull’arte di raccontare gli eventi senza spiegarli direttamente. Si prediligono azione e dialoghi, svelando le scene senza interferenze, e infodump, da parte dell’autore, al fine di rendere più interessante un romanzo.

Show don't tell, tecniche narrative, corsi online di parole in linea, scrittura creativa
Show, don’t tell ovvero Mostra, non raccontare. Tecnica narrativa usata nella scrittura creativa.

Esercizio di scrittura creativa 5.1

Scopri l’esercizio nel corso di scrittura e ricevi un feedback dal docente!

Show don’t tell vs Tell don’t show

Esempio Show don’t tell #1

Tell, don’t show

Raffaele era nervoso, stava aspettando Marta da due ore ed era stanco di stare in piedi, il volto era tirato. Prese una sigaretta, ma tanto era nervoso la spezzò. Imprecò irritato e con una smorfia prese una seconda sigaretta, proprio nel momento in cui arrivò Marta. “Ce l’ha fatta ad arrivare!” le disse palesemente arrabbiato.

Show, don’t tell

Raffale tamburellava il piede a terra guardandosi intorno. Infilò le mani nelle tasche, e le sfilò nuovamente. Ci ripensò e recuperò un pacchetto di sigarette dal taschino interno del piumino. Estrasse una sigaretta e la batté sul palmo della mano dalla parte del tabacco.
Merda – pensò.
Gettò a terra la sigaretta spezzata, ne prese un’altra e la portò alle labbra. In quel momento riconobbe la figura longilinea di Marta che gli sorrideva e agitava una mano verso di lui.
«Ce l’hai fatta ad arrivare!» disse e per poco non sputò la sigaretta, che recuperò al volo.
«C’era un po’ di traffico. Uh, che brutta faccia, sei tutto rosso. Giornataccia?»

Show don’t tell vs Tell don’t show

Esempio Show don’t tell #2

writing coach, writing mentoring, assistenza scrittura, assistenza autori, aiuto autori, autori emergenti, autori esordienti, scrittori emergenti, aiuto per scrittori emergenti, aiuto a scrivere l'arco narrativo, aiuto a strutturare un romanzo, aiuto a struttura trama, aiuto trama, aiuto scrittura, scrittura creativa, scrivere un romanzo, coach di scrittura
Vuoi imparare a usare lo show, don’t tell o verificare insieme un brano (max 1 cartella) in cui lo hai provato?
Prenota oggi la tua lezione di writing coach sullo show, don’t tell!

Microespressioni

Per quanto ci piaccia schematizzare tutto in modo renderlo più semplice e comprensibile, siamo creature estremamente complesse. Se la gamma di emozioni e sentimenti è limitata di certo non lo è il modo di mostrarla, nasconderla, accennarla o enfatizzarla.
Lo sa bene Paul Ekman, di cui ti ho parlato in questo articolo, che ha sviluppato un software per catalogare e riconoscere la vasta gamma di espressioni del volto umano. I suoi studi, su popoli lontani e diversi tra loro, dimostrano che le emozioni sono universali, per cui è possibile comprendere gli stati d’animo di una persona indipendentemente dalla sua cultura di provenienza.

Sulla base degli studi del professor Ekman è stata elaborata una serie televisiva, Lie to me, dove un brillante e controverso Tim Roth esplora l’universo della mente umana, e descrive le microespressioni e i loro significati psicologici. Alla fine della serie non sarai uno psicologo esperto, ma ti consiglio di guardarla e prendere appunti.

Esercizio di scrittura creativa 5.2

Scopri l’esercizio nel corso di scrittura e ricevi un feedback dal docente!

Conclusione

Le emozioni sono il motore che traina le azioni umane, ma non è che la punta dell’iceberg. Prova a estendere la descrizione in modalità show don’t tell negli aspetti apparentemente scollegati dalle emozioni di un determinato personaggio, pensando a come si possono ripercuotere sui comprimari e sulle vicende della tua storia. Cosa succederebbe se non spiegassi le motivazioni di nessun personaggio? Il lettore capirebbe il tuo romanzo? Riscrivi i passaggi in cui hai esplicitamente descritto i sentimenti e le azioni dei protagonisti.

Grazie per avermi seguito fino a qui, ci rileggiamo nel sesto episodio. Fino ad allora esercitati a descrivere le emozioni facendole trasparire da gesti, parole e sguardi. Se vuoi confrontarti con altri scrivi il brano nei commenti e parla dei passaggi che hai scritto con maggiore difficoltà.

Buona scrittura.

©️ Riproduzione riservata

Indice dei contenuti